METACRILATO
(Plexiglass)

Di norma è molto trasparente, più del vetro, al punto che possiede caratteristiche di comportamento assimilabili alla fibra ottica per qualità di trasparenza, e con la proprietà di essere più o meno in percentuali diverse, infrangibile a seconda della sua “mescola”. Per queste caratteristiche è usato nella fabbricazione di vetri di sicurezza e articoli similari, nei presidi antinfortunistici, nell’oggettistica d’arredamento o architettonica in genere.

Il PMMA è spesso usato in alternativa al vetro. Alcune delle differenze tra i due materiali sono le seguenti: densità di 1,19 g/cm3, circa la metà di quella del vetro (2,5 g/cm3); le lastre possono essere prodotte per estrusione (sigla XT) o per colatura (sigla GS); ha un punto di rottura superiore al vetro e inferiore al policarbonato; è più tenero e sensibile ai graffi e alle abrasioni; a questo generalmente si ovvia con un opportuno rivestimento; eventuali graffi su lastre colate possono essere facilmente eliminati grazie a polish specifici; può essere modellato per riscaldamento (termoformatura) a temperature relativamente basse (ha temperatura di transizione vetrosa pari a 110 °C circa); è più trasparente del vetro alla luce visibile, circa 0,93 contro i 0,8-0,9 del vetro[1]; a differenza del vetro, esistono alcune formulazioni che non fermano la luce ultravioletta (plexiglas GUV-T[2]); è trasparente alla luce infrarossa fino a 2800 nm, mentre la luce di lunghezze d’onda maggiore viene sostanzialmente bloccata; esistono specifiche formulazioni di PMMA atte a bloccare la luce visibile e a lasciar passare la luce infrarossa di un dato intervallo di frequenze (usate, ad esempio, nei telecomandi e nei sensori rivelatori di fonti di calore).

Pezzi di PMMA possono essere saldati a freddo usando adesivi a base di cianoacrilati oppure sciogliendone gli strati superficiali con un opportuno solvente – diclorometano o cloroformio. La giuntura che si crea è quasi invisibile. Gli spigoli vivi del PMMA possono inoltre essere facilmente lucidati e resi trasparenti. Tuttavia gli incollaggi professionali possono venire effettuati con colle a base solvente da due a cinque componenti; la differenza di qualità con queste colle unita alla tossicità/cancerogenicità della maggior parte dei solventi di fatto va soppiantando le colle monocomponenti. Da qualche anno si stanno affermando le cosiddette “colle UV”, che uniscono i vantaggi di praticità e prestazioni delle colle mono- e bicomponente a base solvente.

Il PMMA brucia in presenza di aria a temperature superiori a 460 °C; la sua combustione completa produce anidride carbonica e acqua.

Analogo al PMMA, ma con un atomo di idrogeno al posto del gruppo metile (CH3) che sporge dalla catena principale, è il polimetilacrilato, un polimero che si presenta come una gomma morbida.

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